Scenario Storico

Il Sistema di Cooperazione (SPCoop) costituisce il modello concettuale ed architetturale della cooperazione applicativa tra differenti Amministrazioni e/o soggetti pubblici italiani. Tale sistema è organizzato in modo che:

  • supporti una modalità di erogazione del servizio articolata per adempimenti e procedimenti che derivano da dettati normativi o da compiti istituzionali;
  • sia paritetico fra tutti i soggetti cooperanti;
  • sia indipendente dagli assetti organizzativi dei soggetti cooperanti;
  • ciascun soggetto cooperante abbia la responsabilità dei servizi erogati e dei dati forniti;
  • ciascun soggetto sia autonomo nella gestione dei propri sistemi e nella definizione ed attuazione delle politiche di sicurezza del proprio sistema informativo;
  • ciascun soggetto sia responsabile delle autorizzazioni per l’accesso ai propri dati e/o servizi.

Le tematiche coperte da SPCoop sono tutte quelle che interessano in ogni aspetto l’interoperabilità dei sistemi ad ogni livello di astrazione:

  • interoperabilità applicativa;
  • catalogazione dei servizi;
  • semantica dei dati e dei servizi;
  • identità digitale.

Lo scenario storico di SPCoop è quello derivante dal DPCM 1 aprile 2008, recante regole tecniche e di sicurezza di SPC, compiutamente delineato sul piano tecnico-implementativo da una suite di linee guida di seguito richiamate, che prevedono l’utilizzo di consolidati standard che in questo periodo hanno subito un consistente aggiornamento.

Inquadramento generale delle specifiche SPCoop

Interoperabilità applicativa

Catalogazione dei servizi

Semantica dei dati e dei servizi

Identità digitale

Il nuovo Modello intende fornire indicazioni relativamente ad alcune modifiche normative e tecniche intervenute in materia:

  • le recenti modifiche del CAD con l’abrogazione dell’articolo 58, che permette di superare la necessità di convenzioni per lo scambio di informazioni punto a punto;
  • la crescente necessità di interazione tra i diversi sistemi della Pubblica Amministrazione e tre piattaforme pubbliche e private che richiede servizi progettati nativamente interoperabili con API;
  • l’evoluzione tecnologica con l’affermazione di nuovi standard de-facto e di più sofisticati paradigmi nella gestione e nell’automazione del ciclo di vita delle API;
  • il lancio di SPID quale sistema nazionale per l’identificazione degli utenti;
  • l’introduzione dello European Interoperability Framework (EIF) versione 2.0, pubblicato nel 2010 nell’ambito del programma Interoperability solutions for public administrations, businesses and citizens (ISA, dal 2016 ISA²).

Si descrive di seguito, per tematiche, le linee evolutive dello scenario attuale e futuro del modello SPCoop.

Identità digitali

Il tema della gestione delle identità digitali è originariamente fondato su domini federati realizzati secondo il modello GFID ma è stato evoluto a seguito dell’entrata in vigore dell’art. 64 comma 2-bis (e seguenti) del Codice dell’amministrazione digitale. La nuova impostazione, precisata nel DPCM 24 ottobre 2014, prevede un unico dominio di federazione in ambito nazionale, denominato SPID, che rappresenta l’infrastruttura unica di identità digitale finalizzata all’erogazione dei servizi on-line. Nel Piano Triennale questa infrastruttura Immateriale è stata inquadrata tra le Piattaforme Abilitanti descritte al capitolo 4.2.

Le regole tecniche relative alla Gestione federata delle Identità digitali (GFID) sono quindi non più efficaci.

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Classificazione e semantica dei servizi

Nel contesto delle attività relative all’implementazione del Catalogo dei servizi della PA è stata elaborata una classificazione dei servizi delle PA particolarmente focalizzata alle amministrazioni comunali e regionali e definita una semantica comune per i servizi allo scopo di eliminare o attenuare le attuali disomogeneità riscontrate. I servizi individuati, sono messi in corrispondenza con il sistema di classificazione delle attività economiche nella Comunità europea (NACE Nomenclature statistique des activités économiques dans la Communauté européenne – rev. 2 – Regolamento CE n. 1893/2006), a sua volta in relazione con i 13 Data Themes definiti per la classificazione dei dataset nel contesto della revisione del profilo europeo (DCAT-AP) per la descrizione dei dati.

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Semantica dei dati

In relazione a quanto previsto dall’articolo 9 decreto legislativo n. 36/2006 in materia di riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, riguardante le modalità di ricerca dei documenti disponibili, è stato definito uno specifico profilo nazionale di metadati (DCAT-AP_IT) per la descrizione dei dati della P.A., in conformità alle regole e agli standard di interoperabilità definiti a livello internazionale. Detto profilo di metadati fa riferimento alla relativa ontologia.

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